Le Neuroscienze non propongono una spiegazione quanto una promessa di spiegazione, non spiegano come i neuroni si trasformino in sensazioni, emozioni, percezioni e pensieri, si “limitano” ad individuare e indicare le aree cerebrali coinvolte con le rispettive funzioni.
Ad esempio, negli USA si è chiesta maggiore attenzione per le pene irrogate nei confronti di per giovani omicidi, argomentando le richieste con la motivazione che la corteccia prefrontale matura molto lentamente, di conseguenza in base alla neurobiologia, la soglia di applicazione del diritto penale andrebbe elevata a 23-25 anni nel quale si completa la formazione dell’area cerebrale.
Le precedenti considerazioni aprono alla prospettiva che i comportamenti delle persone siano una conseguenza di azioni che l’individuo può non riuscire a controllare con la volontà (mediare attraverso i processi cognitivi), ma siano guidate prevalentemente da pulsioni, più vicine agli istinti.
Gli esseri umani sono lontani dal concetto di razionalità, intesa come volontà, determinazione, capacità di scelta, ma sono guidati nei processi decisionali da dinamiche affettive.
Possiamo solo razionalizzare e giustificare con la ragione ciò che è stato, quanto già accaduto nella realtà scelto e agito con l’emozione, da cui la distinzione tra motivazione e giustificazione.
“Non siamo macchine pensanti che si emozionano ma macchine emotive che pensano”
Le neuroscienze cambiano il paradigma del modo di intendere e studiare anche la comunicazione, la decisione, le persone tra cui i consumatori, i comportamenti, anche le classiche tecniche di indagine utilizzate per comprendere come le persone decidono e da cosa siano agite, ne vengono fortemente ridimensionate.
Le neuroscienze ci mostrano le correlazioni dirette tra determinati eventi nella sfera cerebrale e le esperienze soggettive, e benché non si possa sovrapporre la “correlazione” con la relazione di “causa – effetto”, possiamo certamente affermare che nessun fenomeno cosciente può avere luogo in assenza di un rispettivo correlato cerebrale, consapevole o inconsapevole.
I processi mentali sono collegati ai processi cerebrali.
Per questo le neuroscienze e la psicologia definiscono l’importanza del livello mentale della realtà precedentemente negata dal comportamentismo che riduce la psicologia all’analisi scientifica del comportamento come conseguenza dell’influenze ambientali del momento e della storia dell’organismo.